La cinta muraria partiva dal castello e tornava al castello, interrotta solo da una porta monumentale a nord-est e da una porta più piccola a ovest, accanto al castello stesso. All'interno delle mura, il paese era strutturato come un campo romano, con un sistema di strade che si incrociavano ad angolo retto. Sull'asse principale, che univa le due porte, si affacciavano il palazzo dei feudatari e la chiesa madre, nella parte più alta del paese.
Oggi delle mura resta solo una piccola parte, ma il centro storico, delimitato dalle due estramurali, è esattamente uguale a quello antico disegnato alla fine del Seicento nella carta di G. B. Pacichelli (1703).
Entrando nel centro storico dall'attuale via Roma (dalla piazza Duca d'Aosta oppure dal Palazzo Chironi (sorto sulla superficie del castello), si possono visitare sia la Chiesa Parrocchiale, sia il Palazzo Ducale. Ma lungo le altre strade si incontrano case e palazzetti di fine Cinquecento (periodo dei Personè) nelle vie Duca Ghezzi, Giuseppe Elia, P. Pasca. Ma si incontrano anche case e palazzi del Seicento e Settecento in ottima conservazione. Oppure palazzi dell'Ottocento e del Novecento.
Anche del Quattrocento è facile trovare case piccole, ma che all'esterno non mostrano niente.
Palazzo ducale Ghezzi
La cartina del Pacichelli (1703) indica, accanto al castello, il palazzo del duca. Diviso in due parti da un ampio spazio, aveva giardini, scalinate e fontane. Doveva essere un palazzo antico attaccato da una parte al castello e con esso comunicante. In quel palazzo, la notte del 10 ottobre 1496, Isabella Del Balzo, moglie di Federico d'Aragona, ricevette la notizia che era diventata regina di Napoli. Qui vennero i nobili del Regno per accompagnarla a Napoli.
Ai primi del Settecento i duchi Ghezzi, servendosi -pare- delle maestranze Margoleo di Martano ristrutturarono e ampliarono l'edificio. La parte bassa del vecchio palazzo (lo stemma ancora esistente dei Del Balzo ne indica l'antichità) fu rafforzata e fu costruito il piano superiore.
Vi si entra attraverso un portale riccamente ornato con lo stemma dei Grezzi (recentemente restaurato). I vari locali, dopo la metà Ottocento, quando i Ghezzi se ne andarono a Lecce, sono stati adibiti per vari usi (deposito e lavorazione di tabacco, oleificio, molino, banca). Ma si prevedono ristrutturazioni e restauri.
Le colombaie
Attorno a Carpignano c'erano 4 colombaie. Una, sulla via per Borgagne, fu distrutta alcuni anni fa.
La più importante sta in zona Catorzo, ben visibile dalla strada. E' la più grande del Salento. Al suo interno c'è una colombaia più piccola.
Sulla porta d'ingresso sono presenti gli stemmi dei Del Balzo e degli Acquaviva; si deduce che fu costruita da Bernardino del Balzo e dalla moglie Isabella Acquaviva, alla fine del Quattrocento.
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