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Il territorio di S. Maria è stato abitato sin dall'era neolitica, ultima fase dell'età della pietra. L'uomo si riparava nelle caverne, fabbricava svariati utensili mostrando una notevole abilità tecnica; si dedicava alla caccia ed alla pesca. Il territorio era coperto, in quell'epoca, da fitte foreste. L'area archeologica si svolge in un canalone preistorico e lungo i suoi costoni.
Fu utilizzata per moltissimi anni dai primi uomini, perché ben si prestava alla caccia, alla pesca, al pascolo ed offriva numerose caverne per il ricovero ed il riparo dalle intemperie, sia per uomini che per animali; inoltre permetteva un facile ed immediato accesso al mare.
Proprio in detto canalone ha luogo la famosa Grotta del Fico, parzialmente esplorata negli anni '60; sono stati portati alla luce reperti interessanti, quali cuspidi di frecce, lamelle, cocci di ceramica ecc. a testimonianza della presenza in loco di insediamenti primordiali dell'uomo.
Sulle alture adiacenti il canale, fatte di banchi di calcare tufaceo, sono incisi i graffiti, consistenti in segni circolari, coppelle e canalicoli rivolti verso il basso, forse a scopo rituale. Sempre sulle zone alte, nonostante i trascorsi millenni, l'imperversare delle intemperie e l'incuria dell'uomo moderno, ancora numerose (all'epoca oltre 1000) sono le tombe scavate nella roccia, forse di età messapica; ciò testimonia che il luogo fu densamente abitato. La zona attualmente è vincolata, ma in stato di abbandono; sarebbe opportuno renderla visitabile perché è una parte molto importante di S. Maria.
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