La fontana venne realizzata nel 1930 ad opera dello scultore Michele Gaballo, al posto di alcune botteghe e della sede del lampionario (colui che aveva il compito di accendere i lampioni a gas).
Riporta il simbolo della città: il toro che fa zampillare l’acqua.
La leggenda racconta che la città sia stata fondata nel punto in cui un toro abbia fatto sgorgare l’acqua.
Il toro è anche un simbolo legato agli Aragonesi spagnoli, per un periodo dominatori del sud Italia, che giunsero a Nardò in periodo rinascimentale. Si tratta di un periodo in cui l’attenzione storico-letteraria è rivolta all’età classica: viene riproposto il tema del mito, nel quale il toro ha rilevanza e frequenza.
Accanto alla fontana è presente un medaglione che riprende lo stemma della città e riporta l’espressione “Tauro non Bovi”. La presenza del toro e non del bue rappresenta la forza della dominazione aragonese o forse della stessa popolazione neritina.
(s.f.); (s.m.)
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