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Visita alle Torri di Nardò

Iniziamo il nostro Itinerario

Planimetria dell'itinerario

Iniziamo il nostro percorso dalla Torre del Fiume o, più comunemente, Quattro Colonne, sita su un pianoro roccioso in località Santa Maria al Bagno.

Proseguendo lungo la litoranea, dopo appena cinquecento metri troviamo, in una zona leggermente più bassa rispetto alla carreggiata, una grande edicola votiva posta a pochissima distanza dal mare.

Riprendiamo il cammino per circa un chilometro, che ci porterà, dopo aver lasciato la Croce dell’Alto (una croce in ferro posta su uno sperone roccioso delle serre salentine che ricadono a picco per circa settantacinque metri d’altezza, in prossimità del mare), alla Torre Santa Caterina, nell’omonima località.

Da Torre Santa Caterina a Torre Uluzzu

Torre Santa Caterina si erge su una piccola catena montuosa allungata e senza forti avvallamenti che degrada in prossimità di Sant’Isidoro.

L’altra torre, che dista da quest’ultima circa due chilometri, dominando un altro altipiano, è la Torre di Santa Maria dell’Alto Mare o “della dannata”, inserita all’interno della tipologia delle “torri-masseria”.

Abbandonando la litoranea, la strada che conduce a Porto Cesareo ci porterà ad ammirare la meravigliosa Baia di Uluzzu, che ospita l’omonima torre. Un’edicola votiva posta sulla sinistra della carreggiata precede, di pochi passi, la Cappella di San Tommaso, ubicata sulla destra rispetto al senso di marcia.

Tornando a Torre Uluzzu è importante sottolineare che con essa si abbandonerà la tipologia delle “torri della serie di Nardò” per dare spazio alle torri con caratteristiche tipiche di quelle del regno.

Da Torre Inserraglio a Torre Sant’Isidoro

Stessi elementi che, percorrendo nuovamente la litoranea, ritroveremo a tre chilometri, quando avremo davanti a noi Torre Inserraglio, posta, al contrario delle altre, su un tratto di costa basso e, ad intervalli, anche sabbioso.

Prima di raggiungere Torre Sant’Isidoro, a circa tre chilometri da Torre Inserraglio, attraverseremo zone di rara bellezza e di straordinario interesse storico, archeologico e ambientale, come Porto Selvaggio e la Baia di Uluzzu.

Durante questo tratto, noteremo, oltre alla presenza di una caratteristica edicola votiva posta proprio al limite della strada, anche la Palude del Capitano, a cui fa da contorno un piccolo agglomerato di costruzioni a secco.

Ammirata la maestosità di questa torre il nostro percorso ci porterà, dopo circa due chilometri, ad ammirare Torre Squillace, anch’essa posta su un piccolo pianoro roccioso.

Ringraziamo in modo particolare Alessandra Lombardi per la consulenza bibliografica. Buon viaggio…

Articolo a cura di Serena Stefano

Ultimo aggiornamento: 09/03/2006 (16:08)

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