Furono proprio queste straordinarie polpette ad uccidere lu Titoru, l’inconfondibile personaggio carnevalesco di Gallipoli, figlio della mitica Caremma.
Secondo la leggenda, fu l’ingordigia a tradirlo: morì strozzato dalle polpette che aveva ingurgitato senza misura.
Ancora oggi i salentini piangono la scomparsa de lu titoru alla fine di ogni carnevale, dedicandogli cortei e piagnistei. Quelle polpette però, nonostante le insidie “gastronomiche” , non mancano mai dalle tavole dei salentini.
Ingredienti: 1 kg di polpa di cavallo tritata, 200 g di pecorino (preferibilmente Gavoi), 150 g di pane grattugiato, 7-8 uova, 2 spicchi d’aglio, prezzemolo, pepe nero e sale q.b.
Preparazione. Alla polpa di cavallo tritate 2 volte, unite il pecorino piccante stagionato, il pane grattugiato, le uova, l’aglio finemente tritato, il prezzemolo, il pepe nero macinato e un po’ di sale.
Amalgamate per bene tutti gli ingredienti.
Poi, ruotandole fra le palme delle mani, formate delle polpette della grandezza di una noce e friggetele in abbondante olio di frittura ben caldo.
Quando avremmo acquisito un’invitante colorazione bruno-dorata, le polpette saranno pronte e potranno essere consumate così o dopo averle ripassate in salsa di pomodoro.
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