Piatto delle feste comandate dei salentini, il sartù di riso è stato sempre considerato una sciccheria carpita alla nobiltà.
Si lessa il riso, si mescola con abbondante formaggio grana o pecorino dolce, sugo di pomodoro o ragù di carne a cui siano state mescolate tre o quattro uova intere; se ne versa una metà in una teglia con della salsa di pomodoro sul fondo, si distribuisce l’impasto uniformemente e vi si dispone la farcia che può essere costituita da polpettine di cane, meglio se di maiale, fritte e passate al sugo, della mozzarella o caciocavallo freschissimo, uova sode a fette e si ricopre con l’altra metà del riso.
Si lascia la superficie e si condisce con altra salsa di pomodoro,mescolata con uova sbattute e altro formaggio grattugiato.
Infine si pone in forno fino a fare una bella patina dorata.
Naturalmente nelle farcitura ci si può sbizzarrire a piacere e possono rientrarvi dei profani piselli veri..
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